Il mandorlo appartiene alla famiglia delle Rosacee, sottofamiglia Prunoideae, genere Prunus, specie Amygdalus. Altri autori lo classificano come Prunus dulcis o come Amygdalus communis L.
L’altezza della pianta può raggiungere 8-10 m.
La data della fioritura dipende dalle varietà e dalle condizioni climatiche e può oscillare dai primi di gennaio (come nel caso delle cultivar denominate mandorla di Avola) alla metà di marzo (come nel caso della Tuono o della Ferragnes).
Nel Val di Noto, tra le province di Siracusa e Ragusa, ha trovato il suo habitat ideale, producendo varietà di tale pregio (Pizzuta, Fascionello, Romana) da diventare un marchio conosciuto in tutto il mondo: la “Mandorla di Avola”.
Antinfiammatorio naturale, antiossidante, prezioso integratore delle diete, ricca di principi nutritivi, la Mandorla di Avola è immancabile nella pasticceria di qualità, nelle superbe granite, nel raffinato latte di mandorla e, dulcis in fundo, nei confetti più pregiati.
Mito e Storia
IL MANDORLO …
È da sempre presente nella cultura di molti paesi
Nella Storia…
Originario dell’Asia centrale fu introdotto nel bacino del Mediterraneo attraverso l’Asia minore.
In Sicilia arrivò con i greci. Non a caso tra i romani era conosciuto come “noce greca”.
Nella letteratura antica. . .
Del mandorlo parlano anche illustri poeti latini, come Virgilio nelle Georgiche e nelle Bucoliche, e ancora Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia e Valeriano nei Geroglifici.
Nelle Sacre scritture…
Numerosi sono i riferimenti anche nelle Sacre scritture e in particolare in alcuni passi del Libro della Genesi e in quello di Geremia.
Nella Mitologia. . .
Fillide, principessa della Tracia, innamorata di Demofonte, impegnato nella guerra contro Troia, non vedendolo tornare e credendolo morto, si lasciò morire.
La dea Atena ebbe compassione di lei e la trasformò in uno splendido albero di mandorlo.
Demofonte, però, non era morto e sapendo che Fillide era stata trasformata in albero, abbracciò la pianta che per ricambiare le carezze fece prorompere dai suoi rami candidi fiori invece di foglie.
In Botanica
Della vasta letteratura scientifica dedicata alla nostra mandorlicoltura, sono di particolare importanza gli studi condotti, a distanza di un secolo circa, da Giuseppe Bianca e da Francesco Monastra.
Giuseppe Bianca
Lo studioso avolese Giuseppe Bianca, si impegnò per oltre vent’anni in ricerche svolte nell’ambito del territorio avolese, tese a ad approfondire la catalogazione di circa 800 varietà di mandorlo, tra cui la Pizzuta e la Romana (o Corrente d‘Avola).
Nel suo Manuale della coltivazione del Mandorlo in Sicilia, pubblicato nel 1872, ne descrive l’utilità, gli usi, i metodi di coltivazione e raccolta, nonché alcuni dati commerciali risalenti a quell‘epoca. A distanza di pochi anni, nel 1878, il Bianca riprende i suoi studi sulla mandorlicoltura nella zona di Avola, pubblicando la Monografia agraria del territorio d’Avola in Sicilia, opera finalizzata ad esaminare la realtà produttiva dell’epoca, con ampi riferimenti alle condizioni del suolo, del clima e alle abitudini del popolo avolese.
Francesco Monastra
Anche il Prof. Francesco Monastra, Direttore della sezione di Caserta dell’Istituto Sperimentale per la frutticoltura di Roma, si è occupato dei problemi della coltura del mandorlo. ll suo contributo va ricordato per le puntuali direttive date agli agricoltori per l’ammodernamento del settore e per la costruzione di una nuova mandorlicoltura.